Ciao ragazze,
come vi ho scritto nella intro ( se non l'avete vista vi lascio il link- http://giuliarighi99.blogspot.it/2015/11/mi-presento-giulia-lips.html) ho una grande passione per la scrittura, a tal punto che da grande mi piacerebbe lavorare in ambito giornalistico.
Qualche anno fa ho scritto un articolo su Carlotta Ferlito, ginnasta italiana, che è stato pubblicato sul sito della Federazione di ginnastica italiana.
Clicca qui per vedere l'intervista sul sito della federazione
L’INTERVISTA
All’età di 18 anni ha già realizzato il sogno che
nutriva da quando ne aveva appena 4, partecipare
ai Giochi Olimpici, ottenendo con
le compagne Vanessa Ferrari, Elisabetta Preziosa,
Giorgia Campana ed Erika Fasana, il miglior
piazzamento a squadre di sempre. Al rientro da Londra
Carlo comincia a porsi nuovi traguardi. Il premio
“ Sport Hero” agli MTV Awards, lo Scudetto con la
GAL, la Maturità, il Mondiale di Anversa. Tutto questo
e tanto altro ancora, forse, diventerà materiale per
un nuovo libro. Intanto sta andando letteralmente a
ruba il Diario della Fabbri Editore, “Cosa penso mentre
volo”, dove svela i suoi pensieri e mette a nudo la
sua vera vita dietro le quinte: l’infanzia a Catania con
i genitori (la “Strega” e il “Simpatico”, i due fratelli e
il cane Pepe), gli esordi, i batticuori prima delle gare
internazionali importanti (Singapore, Berlino, Tokyo e
le Olimpiadi di Londra) e gli amori (pochi, ma buoni).
Nonostante i suoi tanti impegni Carlotta non si tira
mai indietro di fronte alle richieste dei suoi fan, ormai
quasi 300 mila che la seguono prevalentemente sui
social network. Una di loro, una giornalista in erba,
Giulia Righi, le ha posto qualche domanda on line. Ne
è uscita fuori un’intervista inedita che la stessa autrice
ci ha inviato e che pubblichiamo con piacere.
Ciao Carlotta, com’è iniziata la tua passione per la Ginnastica? E la trave è stata il tuo attrezzo
di punta fin da quando eri bambina?
Ciao Giulia! Ho iniziato a fare ginnastica quando avevo all’incirca 5 - 6 anni. Mia mamma portò
me e mia sorella in palestra e in piscina, dal momento che li considerava gli sport più “completi”.
Sicuramente la trave è sempre stata ed è tuttora la specialità sulla quale mi esprimo meglio, con
naturalezza.
A che età sei andata in Nazionale e in quale competizione?
Già nel 2003 fui convocata per un collegiale in Romagna, ma solo nel 2008 sono stata chiamata
nella nazionale Juniores per un amichevole in Svizzera.
Nel 2010 ai Giochi olimpici di Singapore ti sei aggiudicata un bellissimo argento nella finale
alla trave dietro la cinese Sixin, realizzando un punteggio di 14.825. Come ti senti ora ripensando
a quella medaglia? E credi che abbia cambiato il corso della tua carriera?
Sono molto contenta dei risultati ottenuti alle Olimpiadi Giovanili, mi hanno dato visibilità a livello
nazionale e non solo. Ovviamente sono stati anche uno sprone per l’anno seguente, quando sono
passata senior. Su di me c’erano molte più aspettative. Ma non credo che abbiano influito tantissimo
sul mio percorso. Anche senza, sarei la stessa di ora.
Nel 2011 esordisci tra i Senior, vincendo con la GAL il tuo primo scudetto. Ti sei sentita subito
a tuo agio in un torneo così importante a livello nazionale?
La Serie A1 è sempre una gara diffi cile e imprevedibile. Ormai siamo in 2 o 3 squadre a contenderci
il primato, quindi affrontarla, caricandomi di responsabilità, non è stato facile. Comunque sono contenta
di aver conquistato lo Scudetto della stella, seguito da quello del pareggio e poi del sorpasso
alla Brixia.
Nello stesso anno affronti altre due gare molto importanti a livello europeo: il campionato
europeo a Berlino, dove porti a casa l’argento continentale alla trave, e i mondiali di Tokio,
il primo passo per Londra. Purtroppo in Giappone l’Italia chiude al 9° posto, perdendo di un
soffi o l’accesso diretto alle Olimpiadi. Vi rifarete alla grande al Test Event di gennaio. Come
hai vissuto, da quel momento in poi, l’attesa di un sogno che a luglio si sarebbe realizzato?
Ci eravamo allenate tanto per preparare i Mondiali in Giappone ed essere state le prime delle escluse
è stato un colpo duro, che non dimenticherò mai. Abbiamo dovuto sacrificare le nostre vacanze
natalizie per staccare il biglietto al Test Event, in una gara per noi davvero gratificante. Il primo passo
era fatto, il resto è venuto da sè.
Come
hai vissuto, da quel momento in poi, l’attesa di un sogno che a luglio si sarebbe realizzato?
Ci eravamo allenate tanto per preparare i Mondiali in Giappone ed essere state le prime delle escluse
è stato un colpo duro, che non dimenticherò mai. Abbiamo dovuto sacrificare care le nostre vacanze
natalizie per staccare il biglietto al Test Event, in una gara per noi davvero gratificante. Il primo passo
era fatto, il resto è venuto da sè.
Raccontaci la tua Olimpiade, vista e
vissuta da dietro le quinte.
I Giochi Olimpici, oltre ad essere l’obiettivo
di ogni sportivo, sono un sogno
nel vero senso della parola: il villaggio,
l’atmosfera del palazzetto, l’aria che si
respirava per strada tra mille bandiere.
E la gente da tutto il mondo era veramente
incredibile. Dovunque ti giravi
c’erano atleti di altissimo livello e camminare
in mezzo a loro, vivere la Cerimonia
d’Apertura, è stata sicuramente
l’esperienza più bella della mia vita.
Nel 2013, il 15 febbraio, compi 18
anni. Vinci ancora lo scudetto e prendi
parte agli Europei di Mosca, dopo
aver vinto, l’anno precedente, il bronzo a squadre a quelli di Bruxelles. Ormai sei una stella
conclamata, non più l’outsider berlinese. Ma ancora più emozionante è ciò che ti accade fuori
della pedana. Partecipi per la terza stagione al docu-reality
“Ginnaste. Vite parallele” e al programma di Nickelodeon
“Kids’s Choice Awards”, direttamente da Los Angeles.
Diventi testimonial dell’AIRC e sponsor della Tezenis, per
non parlare del conseguimento del temuto diploma di maturità.
Quante emozioni!
In verità è stato un anno agrodolce. Ho festeggiato la maggiore
età con i miei amici e la mia famiglia. Anche vincere il terzo
scudetto consecutivo con la GAL è stato gratificante. Poi però
in Russia ho mancato la medaglia e non nego che quello sia
stato uno dei periodi più difficili della mia carriera. Avevo seriamente
pensato di smettere o comunque di prendermi una
pausa. Per fortuna ho superato quella crisi, sono tornata ad allenarmi,
nonostante l’impegno scolastico, riuscendo ad ottenere un posto per i mondiali di Anversa,
dove però la medaglia mi è sfuggita di nuovo. Sono contenta, invece, di tutto il resto. Ho dato il mio
piccolo contributo all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ho conosciuto Johnny Depp. E
adesso ci sono tante altre cose in ballo, di cui spero di potervi parlare molto presto.
foto GMT - Mezzelani
Che rapporto hai avuto con la scuola? Hai intenzione di proseguire gli studi universitari?
Ho affrontato la maturità come qualsiasi altra ragazza, con molta ansia e un pizzico di panico. Ma
finalmente è alle mie spalle! Prima mi dividevo tra scuola e allenamenti, adesso sarò più libera. Sì,
voglio andare all’Università, anche perché non sono il tipo a cui piace stare senza far niente, ma
ancora non ho avuto il tempo per scegliere la facoltà più giusta per me.
Dopo l’università (se ci andrai)
cosa pensi di fare? Rimarrai nell'ambiente della Ginnastica?
Ancora non lo so esattamente.
Non mi vedo molto a fare l’allenatrice
o la giudice. Però... mai
dire mai.
“Ginnaste. Vite parallele” ha
attirato moltissimo pubblico
ma anche qualche polemica.
Qualcuno sostiene che le telecamere
di MTV vi distraggano
e rallentino la vostra preparazione,
oppure che attraverso
questo programma si conoscano
solo poche ginnaste, quelle
che vi prendono parte, lasciandone nell'ombra tante altre.
Cosa ne pensi?
Lascio parlare i risultati: i tre scudetti
con la GAL, le medaglie di
Berlino, Bruxelles, del Test Event
di Londra e la storica finale delle
Olimpiadi, sono state tutte riprese
dal programma, quindi non
mi va neanche di discutere e rispondere
a certe polemiche.
Grazie ai social network ci è arrivata voce che stai felicemente assieme a Matteo De Martini.
Confermi? E in che rapporti sei rimasta con Nicola Bartolini?
Sì, in questo momento sono fidanzata con Matteo. Io e Nicola siamo rimasti
amici.
Veniamo al tuo primo libro, “Cosa penso mentre volo”.
Si sta rivelando un successo editoriale.
L’idea è nata dall'impossibilità di poter rispondere a tutte le domande
che mi arrivano attraverso i social network, quindi ho deciso
di riassumere un po’ la mia vita, le mie esperienze in questo
diario, aggiungendo altre curiosità e fatti inediti.
Hai oltre 300 mila followers, per lo più donne (le cosiddette
“Carliter”). E aumentano giorno per giorno. Quanto influiscono
i fan nella tua carriera sportiva?
Inutile negare che se non ci fosse stato il reality sia io che la Ginnastica in
generale non avremmo avuto la stessa visibilità. Non smetterò mai di ringraziare
tutte le persone che mi sostengono, perché, sembrerà una cavolata, ma dopo una dura
giornata, leggere anche poche parole di conforto mi è di grande aiuto.
Stai pensando per il futuro di alzare i contenuti tecnici dei tuoi esercizi?
A parole è facile sostenere si debbano alzare le difficoltà. A certi livelli gli elementi si fanno sempre
più complicati, quindi anche per aumentare di pochi decimi il tuo programma ci vuole tantissimo
allenamento. E io non sono il tipo da rischiare esercizi non pronti col pericolo di farmi male seriamente.
È anche vero, d’altro canto, che per competere seriamente in campo internazionale ormai
bisogna presentare un valore di partenza molto alto.
Ti sarebbe piaciuto vivere in America, in Romania o in Russia, dove la Ginnastica è uno sport molto popolare?
Diciamo più America che Russia e Romania. Sinceramente non saprei dire se sarei stata più brava,
però lì ci sono tantissime ginnaste valide, ciò vuol dire che ci sono tecnici, strutture e metodi di allenamento
che funzionano molto bene.
Olimpiadi 2016, Rio de Janeiro. Pensi di riuscire a far parte della squadra che andrà in Brasile?
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che con la Ginnastica non puoi essere sicuro di
niente e che non puoi fare previsioni a lungo termine. Intanto continuo ad allenarmi, per Rio ancora
c’è tempo.
Che rapporto hai con le altre ginnaste, sia con le tue compagne di nazionale sia con le atlete
di altri Paesi?
Ho un rapporto con tutte, chi più, chi meno, ovviamente. Mi piace fare amicizia con ragazze straniere
e avere la possibilità di confrontarmi con mentalità diverse dalla nostra.
Molte ginnaste nel corso della loro carriera hanno subito infortuni. Tu hai mai avuto problemi
che ti hanno fatto pensare di mollare?
Gli infortuni e soprattutto i dolori sono una costante quasi giornaliera nel nostro sport, non ce n’è
stato uno in particolare, ma ciò che mi spinge ad andare avanti è la passione e la voglia di praticare
questo sport meraviglioso.
Giulia Lips
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lunedì 7 dicembre 2015
Intervisto Carlotta Ferlito- Fginews
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